A dodici anni dalla morte, avvenuta il 22 ottobre del 2009, Roma celebra oggi il Settimo Memorial dedicato a Stefano Cucchi. Una serie di iniziative nella città, tra oggi e domani, ricordano la vicenda del 31enne morto a seguito delle percosse subite mentre si trovava in custodia cautelare presso la caserma dei Carabinieri della Casilina. Stamattina in piazzale Aldo Moro, davanti all’Università La Sapienza, dove lo scorso anno è stato piantato un albero ed è stata apposta una targa in ricordo di Stefano, si è tenuta una cerimonia a cui hanno preso parte oltre alla sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, anche Antonella Polimeni, rettrice dell’Ateneo, Francesca Del Bello, presidente del Municipio II e Gianluca Peciola del comitato promotore Memorial Stefano Cucchi. Nel pomeriggio, ed è tutt’ora in corso, al parco degli Acquedotti di via Lemonia si è tenuta la cerimonia ufficiale di commemorazione con la partecipazione di associazioni e movimenti che sostengono la battaglia della famiglia Cucchi. Una battaglia legale che “è diventata una battaglia di civiltà – ha detto Ilaria Cucchi -. Ci piace pensare che Stefano non è più solo nostro, ma di tutta la collettività. In questi due giorni lo ricordiamo, ma attraverso di lui ricordiamo tutti gli ultimi. Stefano è morto come ultimo tra gli ultimi che non hanno voce, siamo qui a batterci per i diritti di tutti”. Per Peciola, del comitato promotore del Memorial, le cause che hanno portato alla morte di Stefano sono ancora diffuse” nella nostra società a causa “un impianto ingiusto, che vede ancora persone non poter accedere a diritti fondamentali come salute, lavoro, reddito, qualità della vita giusta. Stefano muore di questo, perchè non è stato riconosciuto come essere umano e gli è stata attaccata un’etichetta che non coincideva con la sua umanità e personalità”.
Ilaria Cucchi sulla sentenza: “Ha fatto veramente male”
Infine, tornando alle motivazioni della sentenza del 7 maggio scorso, con la quale la Corte d’assise d’appello di Roma ha condannato a 13 anni di reclusione i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, definendo “violente, ingiustificate e sproporzionate” le modalità dell’aggressione, la sorella Ilaria ha ricordato: “Leggere la sentenza ha fatto veramente male, perchè in quelle parole ho rivissuto il dolore di Stefano e il sacrificio che ha dovuto fare la nostra famiglia. È stato un pugno allo stomaco” anche se la sentenza “è stata una vittoria, se di vittoria si può parlare. In realtà da questa storia ne usciamo tutti sconfitti”. Domani il Memorial prosegue con la staffetta dei diritti: un percorso che partirà alle 14:00 dal parco degli Acquedotti e farà tappa nei luoghi simbolo della storia di Stefano e della battaglia per l’affermazione dei diritti umani, civili e sociali, oggi negati. La staffetta terminerà alle 18:00 in piazza di Montecitorio.
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