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Ancora sangue in Myanmar: le forze di sicurezza aprono il fuoco sui manifestanti, due morti

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Il bilancio delle manifestazioni anti-golpe che si sono svolte anche ieri in diverse città del Myanmar è di almeno due vittime e diversi feriti. Lo riferisce la stampa del Paese, che riporta in particolare due incidenti. A Monywa le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro manifestanti intenti ad erigere barricate nel centro cittadino, uccidendo una persona e ferendone diverse altre. Più tardi, una persona è stata uccisa dalle forze di sicurezza anche a Mandalay.


L’Unione europea adotterà sanzioni contro 11 persone coinvolte nel colpo di Stato e nella repressione dei dimostranti in Myanmar. Lo ha detto l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, in ingresso al Consiglio Affari esteri di oggi. In agenda, oltre a Turchia e Russia, i ministri discuteranno anche di Myanmar ed Etiopia. “In entrambi la situazione è deteriorata. In Myanmar, assumeremo sanzioni verso 11 persone coinvolte nel colpo di Stato e nella repressione dei dimostranti“, ha detto. Dopo la riunione odierna “incontrerò il ministro degli Affari esteri, Mevlut Cavusoglu, per discutere del report e delle decisioni che il Consiglio europeo prenderà a fine settimana”, ha aggiunto Borrell.

Secondo gli attivisti dell’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici, dal golpe militare del primo febbraio scorso il bilancio delle persone uccise dalle forze di sicurezza birmane è salito a 249. Sabato, 20 marzo, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha ribadito che l’Onu “condanna con forza la brutale violenza delle forze armate di Myanmar”. Le violenze nel Paese, prosegue la nota diffusa dal segretario generale, “continuano a ignorare gli appelli, anche da parte del Consiglio di sicurezza, a porre fine alle violazioni dei diritti umani fondamentali e tornare nel solco della democrazia“.

Il ministro degli Esteri di Singapore, Vivian Balakrishnan, si trova in visita a Brunei oggi, 22 marzo, per discutere la crisi innescata dal golpe militare a Myanmar con i vertici del Sultanato, che detiene la presidenza di turno dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean). Lo riferisce una nota del ministero degli Esteri di Singapore, secondo cui Balakrishnan farà poi visita anche a Malesia e Indonesia. L’agenda delle visite non è stata divulgata, ma la partenza del ministro segue l’appello del presidente dell’Indonesia, Joko Widodo, a convocare un incontro di alto livello dell’Asean per esplorare una soluzione diplomatica alle violenze in atto a Myanmar dopo il golpe del primo febbraio scorso.

Il presidente dell’Indonesia, Joko Widodo, ha sollecitato la convocazione di un summit dei leader dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean), in risposta all’escalation di violenza in atto nel Myanmar. Durante un discorso trasmesso in diretta su Youtube lo scorso 19 marzo, Widodo ha espresso le proprie condoglianze e la propria “profonda solidarietà” per le vittime degli scontri tra le forze di sicurezza birmane e i manifestanti che in quel Paese protestano contro la giunta militare insediatasi al potere il primo febbraio scorso. “La sicurezza e il benessere delle persone devono essere la priorità assoluta. L’Indonesia sollecita il dialogo, la riconciliazione e il recupero della democrazia, della pace e della stabilità a Myanmar”, ha detto Widodo. Il presidente indonesiano ha aggiunto che intende consultarsi con il sultano di Brunei – Paese che regge la presidenza di turno dell’Asean – per convocare immediatamente un incontro di alto livello dei Paesi della regione, teso a discutere la crisi in atto nel Myanmar.

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