Il capo di Stato maggiore delle Forze armate Usa, generale Mark Milley, contattò segretamente la sua controparte cinese in due occasioni lo scorso anno, per rassicurare Pechino in merito alla possibilità che l’allora presidente Donald Trump potesse innescare un conflitto tra i due Paesi. E’ quanto emerge dal nuovo libro scritto dal noto giornalista della “Washington Post” Bob Woodward, noto per il suo ruolo nell’emersione dello scandalo “Watergate” durante la presidenza di Richard Nixon. Secondo le rivelazioni raccolte da Woodward, negli ultimi mesi dell’amministrazione Trump, Milley assunse l’iniziativa di contattare il capo delle Forze armate cinesi, generale Li Zuocheng, e lo rassicuro che in nessun caso gli Stati Uniti avrebbero assunto iniziative militari. I contenuti del libro, intitolato “Peril” (“Pericolo”, un riferimento al presunto rischio democratico rappresentato dall’ex presidente Trump) poggia su oltre 200 interviste anonime. La prima delle telefonate di Milley alla sua controparte cinese sarebbe avvenuta il 30 ottobre 2020, e la seconda lo scorso 8 gennaio, due giorni dopo l’assalto di sostenitori di Trump al Congresso.
Milley avrebbe agito in risposta a un rapporto d’intelligence secondo cui la Cina era convinta della possibilità di un attacco militare da parte degli Usa, sulla base delle tensioni tra i due Paesi nel Mar Cinese Meridionale. Milley si sarebbe però spinto addirittura a promettere di avvisare personalmente il generale Li nell’eventualità di un attacco statunitense, utilizzando “canali riservati” istituiti dai due militari. Durante la seconda telefonata, invece, il capo delle Forze Usa avrebbe fornito rassicurazioni in merito alla stabilità degli Stati Uniti dopo le violenze del 6 gennaio: “Siamo stabili al 100 per cento, va tutto bene.
La democrazia a volte può essere trasandata”, avrebbe dichiarato l’ufficiale. Dal libro emerge anche Milley avrebbe convocato i vertici delle Forze armate senza consultare Trump per rivedere le procedure d’impiego delle armi nucleari e impedire che il presidente potesse eventualmente esercitare la prerogativa di ordinarne il lancio senza l’approvazione dei capi delle forze armate. Tale decisione, affermano le testimonianze raccolte da Woodward, venne motivata da Milley sulla base dell’impressione che “le facoltà mentali” di Trump fossero calate dopo la sua elezione.
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