Le stazioni di servizio in Iran hanno subito oggi un attacco informatico su vasta scala che ha costretto l’interruzione dell’erogazione di carburante. A riferirlo è l’agenzia di stampa semi-ufficiale “Isna” che ha condiviso le immagini di lunghe file di auto in attesa di fare il pieno a Teheran. La notizia è stata anche diffusa dall’emittente di Stato “Irib” che però non ha spiegato la causa dell’interruzione del servizio, rivelando che il ministero del Petrolio ha organizzato una “riunione di emergenza” per risolvere il “problema tecnico”. Secondo un filmato diffuso dall’emittente televisiva britannica “Bbc”, lungo le autostrade sono comparse sui tabelloni digitali delle autostrade la scritta “Dov’è il nostro petrolio Khamenei?”. L’attacco avviene in occasione dell’anniversario delle manifestazioni che nel 2019 avevano interessato tutto il Paese e che furono represse dai Guardiani rivoluzione iraniana. In un primo tempo, “Isna”, ha riferito che coloro che cercavano di acquistare carburante con la carta rilasciata dal governo adibita al sevizio, riceva un messaggio con su scritto “attacco informatico 6441”. L’agenzia di stampa iraniana ha in seguito rimosso l’articolo in questione, lasciando solamente un breve pezzo in cui si da notizia dell’attacco.
Secondo i media statunitensi, il numero indicato nel messaggio ricevuto dai clienti dei distributori sarebbe associato ad una linea di emergenza gestita dall’ufficio della Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che si occupa di questioni relative alla legge islamica. Nessun gruppo ha immediatamente rivendicato la responsabilità dell’interruzione. Tuttavia, l’uso del numero “64411” ricalca un attacco che lo scorso luglio ha interessato il sistema ferroviario iraniano. Lo scorso luglio, la società israeliana di sicurezza informatica Check Point aveva attribuito l’attacco al sistema ferroviario a un gruppo di hacker che si faceva chiamare Indra, dal nome del dio indù della guerra. Indra aveva precedentemente preso di mira aziende in Siria. L’Iran ha affrontato una serie di attacchi informatici, incluso quello avvenuto lo scorso agosto in cui erano stati diffusi video di abusi nella famigerata prigione di Evin.
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