Le proposte contenute nel pacchetto della Commissione europea noto come “Fit for 55” sconfessano tutto quello che negli ultimi dieci anni è stato detto agli operatori del settore carburanti e si basano sull’errato presupposto che i veicoli elettrici siano ad emissioni zero, dimenticando di valorizzare le prerogative energetiche italiane come il biometano, carburante di cui l’Italia è il terzo produttore al mondo e che rappresenta a tutti gli effetti una risorsa economica, ambientale e strategica. Lo ha ribadito Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, che in un’intervista rilasciata ad “Agenzia Nova” in occasione della fiera “Oil&nonOil” di VeronaFiere è tornato a sottolineare le incongruenze della proposta europea in materia di transizione energetica. “Siamo molto critici sulle proposte che sono state fatte dalla Commissione europea sul pacchetto ‘Fit for 55’ e a nostro avviso una serie di cose devono essere cambiate”, ha detto Merigo, per il quale con le ultime direttive Bruxelles “sconfessa tutto quello che ci è stato detto negli ultimi 10 anni sulla politica dei carburanti alternativi e la neutralità tecnologica”, ossia il fatto di permettere a tutti i produttori di carburanti alternativi di svilupparsi, in un’ottica di necessaria diversificazione energetica ed in linea con la direttiva europea “Dafi” sui combustibili alternativi, “che tiene conto delle prerogative dei singoli Stati membri”.
“Con la ‘Fir for 55’ tutto questo viene cancellato”, prosegue Merigo, che si è detto infastidito in particolare dall’ambizioso obiettivo di dimezzare le emissioni nei prossimi anni per azzerarle entro il 2035 in un contesto nel quale si considerano i veicoli elettrici carbon free, una proposta “non logica” basata su un presupposto di partenza “errato”. “I veicoli elettrici sono considerati ad emissioni zero perché si considera la misura delle emissioni dal tubo di scarico, che i veicoli elettrici non hanno”, spiega Merigo, ricordando che in base ad un calcolo sulle perdite di energia nelle fasi di autogenerazione, trasporto e immagazzinamento è possibile provare che i veicoli elettrici emettono almeno 60-65 grammi di anidride carbonica al chilometro. “Nessuna attività antropica ha emissioni zero ed è evidente che l’energia dei veicoli elettrici va prodotta in qualche modo”, aggiunge il presidente di Assogasmetano, che rilancia la proposta – più volte sollevata ai tavoli di settore – di puntare sul biometano.
“Proponiamo che venga dato a questo carburante il giusto rilievo, che per l’Italia è una risorsa sia perché siamo il terzo produttore al mondo con un grande potenziale di produzione, sia perché nei prossimi tre anni arriveremo a triplicare l’alimentazione del nostro parco circolante”. Merigo ricorda che in base alle stime nel 2030 l’Italia avrà prodotto 10 miliardi di metri cubi di biometano, permettendoci di alimentare “il 40 per cento dell’attuale parco circolante”. Alla luce di questi dati Merigo si interroga sulla scelta politica fatta: “Perché, alla luce delle precedenti direttive, non facciamo un investimento serio sul biometano?” – chiede – “se stiamo facendo una scelta per una questione ambientale non c’è ad oggi nessun carburante comparabile al biometano”, prosegue, tenendo conto che dal punto di vista energetico ricicla risorse che altrimenti andrebbero nell’atmosfera e che rappresenta una svolta “strategica” dal punto di vista di una necessaria diversificazione energetica.
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